In occasione del Giubileo dello Spettacolo Viaggiante, il dicastero dello Sviluppo Umano Integrale ha riunito un tavolo di lavoro in rappresentanza del mondo itinerante per camminare verso una maggiore accoglienza, conoscenza e condivisione di vita tra questo folkloristico mondo e la Chiesa. Al tavolo è stato portato anche il progetto Scuola Itinerante che si propone di offrire un modello di riferimento per una scuola inclusiva anche per i figli degli esercenti dello spettacolo viaggiante.
9-9-25, Roma: “Rendere effettivo il diritto allo studio dei figli degli esercenti dello spettacolo viaggiante” le parole della direttrice regionale di Fondazione Migrantes Sara Vatteroni, che ha presentato il progetto Scuola Itinerante al tavolo di lavoro giubilare dedicato allo spettacolo viaggiante.
Il valore dello spettacolo viaggiante e delle sue mille professioni, si pensi ai burattinai, artisti del gessetto, bande musicali, circensi e lunaparkisti pur rappresentando un grande patrimonio culturale, anche dall’UNESCO, rischia di non essere riconosciuto e accolto nelle sue specificità, come dimostra l’accessibilità agli studi per i figli di questo mondo.
“Permane l’idea che itineranza sia sinonimo di vagabondaggio, o di prestare attenzione solo al gioco e al divertimento, senza considerare che per loro e la loro famiglia vuol dire lavoro, investimento e futuro.” Sara Vatteroni dipinge così il quadro della condizione educativa reale dei figli degli esercenti dello spettacolo viaggiante.
Continua: “I primi giorni di scuola sono stati per tutti noi vitali e un dolce ricorso, per molti dei ragazzi e ragazze dello spettacolo viaggiante questo primo giorno, si ripete più di una volta in un anno.” La ragione per cui nasce l’esigenza di un’attenzione specifica a questi studenti è infatti l’impossibilità di una continuità didattica, almeno in presenza. Le famiglie itineranti infatti cambiano paese ( e scuola ) anche una volta ogni due settimane.
La denuncia della Vatteroni è chiara: se in Europa ci sono stati sforzi normativi per includere nella didattica questa categoria di studenti, in Italia manca un piano legislativo dedicato alla specificità di questi studenti. “Non esiste una norma specifica che disciplini il diritto allo studio per i minori che crescono in famiglie viaggianti.”
In questo quadro il progetto Scuola Itinerante si propone di sperimentare e validare una progettualità unica nazionale da presentare al Ministero dell’Istruzione e del Merito di esempio per garantire il diritto allo studio dei figli degli esercenti dello spettacolo viaggiante.
Il progetto Scuola Itinerante valorizza l’esperienza della didattica a distanza sperimentata durante il periodo del Covid nelle scuole e supera attraverso la tecnologia le barriere che rendono impossibile una frequenza costante degli studenti durante l’anno. Un team di tutor dedicati per materia infatti segue gli studenti itineranti tramite lezioni online attraverso una didattica arricchita con metodi innovativi per stimolare un coinvolgimento reale degli studenti, come la flipped classroom.
Ad oggi il progetto conta più di 150 studenti, principalmente di età 15-19, e 8 istituti aderenti, che si sono messi a disposizione per condividere programmi e piani didattici coerenti con le linee guida del ministero.
L’effetto di questa progettualità, arrivata al terzo anno, come emerge nelle prime valutazioni di VoisLab, riguarda anche il tema della fiducia nell’istituzione scolastica, da parte degli studenti e delle famiglie. Una fiducia intaccata da una lunga storia di comunicazione intermittente, incomprensione e pregiudizio.
“Stiamo dimostrando che la dispersione scolastica non è un destino inevitabile, ma una sfida che può essere affrontata con intelligenza e responsabilità.” Conclude Sara Vatteroni, che vede Scuola Itinerante come la dimostrazione che è possibile trasformare la condizione itinerante da fattore di marginalità a opportunità di crescita.